L’ecosistema di innovazione per il Lazio

Si parla della Fondazione Rome Technopole su la Repubblica

Giovedì 27 giugno 2024 – Dall’articolo pubblicato su la Repubblica 

A due anni dalla costituzione della Fondazione Rome Technopole, nata grazie ai fondi europei del PNRR – Next Generation EU – per aggregare l’ecosistema dell’innovazione del Lazio, i risultati sono sempre più evidenti. Uno dei risultati più ambiziosi e di forte impatto consiste nella realizzazione – in corso – di un’infrastruttura di ricerca distribuita nel territorio regionale che ad oggi conta 46 nodi/se- di, 131 laboratori e 23 Joint Labs, valorizzati anche per Flagship Project, e per i quali si sta preparando un unico portale per semplificare e agevolare l’accesso sia ai ricercatori che ai centri di ricerca, alle università e alle imprese. Un altro rilevante impatto dei “joint-labs” sarà l’eliminazione delle duplicazioni delle infrastrutture di ricerca, con conseguenti vantaggi per l’arricchimento delle infrastrutture di ricerca e di innovazione disponibili. Un altro risultato rilevante è la promozione di corsi innovativi di alta formazione come quello all’uso dei dispositivi medici – il primo del suo genere in Italia – recentemente attivato da Sapienza Università di Roma nell’ambito di uno dei progetti flagship di Rome Technopole, che restituisce un riscontro inedito dell’interazione fra accademia ed industria, in questo caso complementata dall’esperienza d’uso degli utenti finali. Gli operatori sanitari avranno così le basi tecniche e giuridiche per l’utilizzo di strumenti che vanno sempre più diffondendosi a supporto di un sistema sanitario più efficace.

PARTNERSHIP
Nata l’8 giugno 2022 con 39 partner fondatori, ai quali si sono progressivamente aggiunte ulteriori industrie e università del territorio, la Fondazione Rome Technopole è l’ecosistema dell’innovazione della Regione Lazio e risponde alla sfida di un territorio regionale che ambisce a valorizzare le proprie eccellenze, facendo sistema. L’obiettivo è quello di spingere la crescita e lo sviluppo sostenibile del proprio tessuto industriale con il sostegno del sistema universitario regionale e di grandi enti pubblici e privati. Presieduta da Antonella Polimeni, Magnifica Rettrice di Sapienza Università di Roma, Rome Technopole conta su una amplia e ambiziosa partnership delle associazioni di categoria dell’industria e del commercio, oltre che su una nutrita presenza industriale – dall’ambito bancario all’aerospazio, dall’elettronica al farmaceutico, dall’edilizia all’energetica – attraverso le migliori espressioni di questi settori nel Lazio.

CAPACITÀ DI INNOVARE
«L’obiettivo di un miglioramento complessivo della capacità di innovazione di un territorio si persegue tra l’altro dando avvio ad un processo di semplificazione del rapporto impresa-università attraverso la creazione di un tessuto connettivo – afferma Antonella Polimeni, Magnifica Rettrice dell’Università Sapienza – in cui tutte le capacità sono integrate e collegate tra loro, accorciando i tempi di reazione alla richiesta di personale e competenze qualificate e adattando il percorso formativo terziario alle specifiche richieste provenienti dal mondo industriale».

MODELLO DI RIFERIMENTO
«Unindustria è tra i fondatori del Rome Technopole ed ha coinvolto molte delle imprese che fanno parte della Fondazione – dichiara Angelo Camilli, Presidente di Unindustria – Nella nostra visione il Technopole deve diventare un modello di riferimento nella partnership tra mondo industriale e mondo accademico che vada ben oltre l’orizzonte del PNRR. Per farlo, questa collaborazione deve riuscire ad essere sempre più stabile, con un piano di sostenibilità solido e credibile fatto da un giusto mix di risorse pubbliche e private e linee di attività chiare e distintive sui temi di frontiera dell’innovazione, della ricerca e della formazione di eccellenza».

I TEMI E LA RETE
Tre le aree tematiche d’interesse – Transizione Energetica, Transizione Digitale, Salute & Bio-Pharma – caratterizzate da una forte presenza industriale sul territorio regionale, con una forte connotazione derivante dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale. Il tessuto di Rome Technopole include la Regione Lazio e gli enti regionali, il Comune di Roma e tutte le università pubbliche, nonché università private e i principali enti di ricerca del territorio regionale, nonché le più importanti aziende che operano nei settori di interesse. I principi che caratterizzano il suo dna guideranno anche, nella Capitale, la costruzione della futura sede della Fondazione Rome Technopole, una costruzione innovativa, progettata da un gruppo di ricercatori e di aziende quale milestone del progetto PNRR M4C2 Inv. 1.5 “Rome Technopole”, sebbene impiantata in un’area di tradizioni antiche, efficiente dal punto di vista energetico e rispettosa dell’ambiente.

I PROGETTI FLAGSHIP
Il nuovo quartier generale della Fondazione sarà anche frutto delle innovazioni e dello sviluppo tecnologico prodotti nell’ambito dei progetti flagship in corso di completamento, che prevedono l’impiego di idrogeno verde, il geotermico di superficie, il fotovoltaico di ultima generazione, laghi d’aria ottimizzati in sostituzione di sistemi tradizionali per il condizionamento, sistemi innovativi di raccolta e il riuso delle acque, spazi verdi interni ed esterni, tecnologie digitali e sensoristica avanzata per l’ottimizzazione dell’efficientamento energetico e l’abbattimento dei costi di gestione, in linea con gli obiettivi di una Fondazione sostenibile e attenta al rispetto del Dnsh.

PARLA IL SINDACO GUALTIERI
«Con il Rome Technopole – afferma il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri – grazie alle nuove sinergie tra le istituzioni, le università, i poli della ricerca e le più avanzate filiere produttive, Roma guarda al futuro, per stare da protagonista dentro la sfida tecnologica globale. Allo stesso tempo, le innovazioni prodotte contribuiranno a rendere migliore Roma: nella qualità dei servizi, nella capacità di curare e assistere le persone, come nelle soluzioni green per le costruzioni o per la gestione del ciclo dei rifiuti. Un tassello fondamentale per il rilancio e la trasformazione della città».

IL RUOLO DEL LAZIO
Realtà unica nel suo genere, Rome Technopole insiste su una delle regioni italiane, il Lazio, che ha maggiormente puntato sull’industria come motore dell’economia. Oltre a contare su competenze di elevatissima qualità e sulla collaborazione interuniversitaria che si contraddistingue per l’inedita varietà di campi di applicazioni. «Il ruolo svolto dalla Regione per la realizzazione del Rome Technopole è fondamentale sotto diversi aspetti – dichiara l’Assessore allo Sviluppo economico e Vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli – In primo luogo, perché contribuisce alla realizzazione dell’infrastruttura di ricerca con le risorse dei fondi FERS della programmazione europea 2021-2027, con oltre 25 milioni a cui sarà possibile aggiungere anche risorse del Fondo sociale europeo fino a 40 milioni di euro, per la formazione delle competenze. Ma ancora più importante è il supporto che darà all’economia regionale l’istituzione di un vero e proprio Hub dell’innovazione al servizio dell’ecosistema delle imprese laziali. Non meno importante è l’incremento di offerta di elevata qualità – mediante un’integrazione di didattica, alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico – che si registrerà in almeno tre ambiti chiave dei prossimi anni: Transizione Energetica; Transizione Digitale; Salute & Bio-Pharma».

VALORIZZARE LE COMPETENZE
«Il coordinamento delle attività scientifiche in una istituzione che ha l’innovazione come finalità non può essere condotto secondo una struttura gerarchica classica – commenta l’ingegner Franco Fossati, Direttore Scientifico del progetto – il coordinamento del progetto “Rome Technopole” deve avere l’obiettivo di valorizzare le competenze con un esercizio di lavoro in cui l’hub diventa collettore di istanze e distributore di modalità operative, con continue contaminazioni trasversali delle competenze nelle quali l’ibridazione alimenta l’innovazione». «Un ecosistema complesso e poderoso che richiede un modello organizzativo inedito, fondato sulle competenze, sulla flessibilità, sul dinamismo, sulle “intelligenze”: intelligenza “valorizzativa”, per fare emergere il potenziale dell’ecosistema, “intelligenza sociale”, per restituire impatto concreto al territorio, intelligenza “comunicativa”, per far dialogare in sinergia istituzioni ed entità diverse, intelligenza “emotiva”, per collegare e connettere il potenziale della catena del valore del territorio regionale, “intelligenza realizzativa” per traguardare gli obiettivi del progetto “Rome Technopole”», commenta Sabrina Saccomandi, Direttrice Generale della Fondazione. «Meccanismi di coordinamento dinamici – task force, gruppi di lavoro per ambiti tematici ma riaggregati per università pubbliche, piattaforme di progetto – connotano una organizzazione complessa, nuova, declinata a matrice e a nodi di collegamento trasversali, intersettoriali e interdisciplinare, che deve garantire, con presidio lucido e puntuale, efficienza e efficacia di governance, istituzionale e progettuale, e di impatto sul territorio della Regione Lazio», conclude.


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