Lunedì 15 luglio 2024 – Dall’articolo pubblicato su PLATINUM “Aziende&Protagonisti”
La Fondazione Rome Technopole è un ecosistema dell’innovazione che valorizza le eccellenze facendo sistema con tutte le università e i maggiori attori industriali della regione
Nel Lazio l’industria e il mondo accademico e della ricerca si incontrano per dare vita a un ecosistema di talenti ed eccellenze capaci di produrre conoscenza in settori di interesse strategico, alimentando la catena del valore attraverso l’erogazione di servizi di ricerca, di formazione, di trasferimento tecnologico, la disseminazione della cultura scientifica, la creazione di un’infrastruttura di ricerca aperta, a sostegno dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della crescita competitiva.
Nata l’8 giugno 2022 con una compagine di 39 partner fondatori, ai quali si sono progressivamente aggiunte ulteriori imprese, università e centri di ricerca che operano sul territorio, la Fondazione Rome Technopole conta sulla partnership delle associazioni di categoria dell’industria e del commercio, oltre che su una nutrita presenza industriale – dall’ambito bancario a quello aerospaziale, dall’elettronica alla farmaceutica, dall’edilizia all’energia e alle tecnologie digitali – attraverso le migliori espressioni di queste se.ori nel Lazio. Tre le aree tematiche d’interesse, caratterizzate da alta qualificazione e forte presenza industriale sul territorio regionale: transizione energetica, transizione digitale, salute & bio-pharma.
Chiave di volta di questa struttura è anche lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale, contestualizzate allo specifico settore applicativo. Il tessuto di Rome Technopole include gli enti regionali e comunali e tutte le università pubbliche, private non telematiche e i principali enti di ricerca del territorio regionale, nonché le più importanti aziende che operano nei settori di interesse. Una sinergia che si rivela importante per cogliere la sfida di un territorio, il Lazio, che vuole valorizzare le proprie eccellenze facendo sistema, per spingere la crescita e lo sviluppo sostenibile del proprio tessuto industriale con il sostegno del sistema universitario regionale e di grandi enti pubblici e privati. Rome Technopole ha l’ambizione di governare il processo del miglioramento continuo introducendo il suo principale oggetto di attività: l’innovazione nel mondo accademico ed industriale, a beneficio della collettività e quindi non solo della regione Lazio ma del sistema nazione. I principi che costituiscono il Dna di Rome Technopole guideranno anche, nella capitale, la costruzione della futura sede della Fondazione, che ne costituirà una sorta di carta d’identità. Sarà una realtà moderna, sebbene impiantata in un’area di tradizioni antiche, efficiente dal punto di vista energetico e rispettosa dell’ambiente. Il nuovo quartier generale della Fondazione sarà anche frutto delle innovazioni e dello sviluppo tecnologico prodotti nell’ambito dei progetti flagship in corso di completamento, che prevedono l’impiego di idrogeno verde, il geotermico di superficie, il fotovoltaico di ultima generazione, laghi d’aria ottimizzati in sostituzione di sistemi tradizionali per il condizionamento, sistemi innovativi di raccolta e il riuso delle acque, spazi verdi interni ed esterni, tecnologie digitali e sensoristica avanzata per l’ottimizzazione dell’efficientamento energetico e l’abbattimento dei costi di gestione, in linea con gli obiettivi di una Fondazione sostenibile e attenta al rispetto del Dnsh.
La ricerca come incubatore di idee. Rome Technopole, realtà unica nel suo genere.
Intervista con Antonella Polimeni
La presidente della Fondazione Rome Technopole e magnifica rettrice di Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni, parla degli obiettivi di una realtà che fa della collaborazione tra imprese e università il proprio punto di forza.
Perché l’universo Rome Technopole è una realtà unica nel suo genere?
“Rome Technopole è, innanzitutto, un nuovo paradigma di ecosistema dell’innovazione, che ha la fortuna di insistere su una delle regioni italiane che hanno maggiormente puntato sull’industria come motore dell’economia, per quanto questo non sia molto noto; inoltre può contare su competenze di elevatissima qualità – come riconosciuto anche a livello internazionale – con una varietà di campi di applicazione del tutto inedita, grazie anche alla collaborazione multi e transdisciplinare tra università, enti di ricerca e imprese, che caratterizza tutto l’operato del Rome Technopole; infine, è supportato in modo esemplare dalle istituzioni del territorio regionale, che hanno compreso il valore dell’innovazione e la necessità di creare un ecosistema dedicato che la promuova”.
Ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e alta formazione rientrano nell’ambito delle tematiche prioritarie della Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente (S3) della Regione Lazio. In che modo Rome Technopole ha abbracciato queste tematiche?
“La Ricerca è l’incubatore delle idee, il vero motore del Nuovo che diventa attuale. Non esiste una via universale per creare il nuovo, dipende da fattori come la comprensione delle necessità del pubblico, la conoscenza dei trend futuri nei diversi campi della conoscenza e del sapere, la disponibilità dei migliori strumenti per dare forma (a livello di prototipo) e sostanza (a livello di prove di laboratorio) a quanto concepito. Il trasferimento tecnologico è il tramite tra il risultato di una ricerca e la sua applicazione su scala industriale. Si tratta di tradurre attività che sono frutto del lavoro svolto da gruppi accademici e di ricerca che vanno a confluire in un’offerta competitiva di prodotti innovativi creati per rispondere alle esigenze ben precise del mercato di riferimento. L’alta formazione è quanto dobbiamo mettere in campo per dare “sostanza” alla futura generazione di uomini e donne di impresa, inquadrati in un qualunque ruolo, per generare eccellenza e quindi garantire una vita solida e duratura alle imprese, nonché allargandone gli orizzonti ed alzando metaforicamente l’asticella della competenza sempre più in alto”.
Cosa sono i Joint Lab e gli Open Lab?
“Sono fra le iniziative di networking e integrazione ricerca-impresa più interessanti del Rome Technopole in quanto concorrono alla realizzazione dell’infrastruttura di ricerca che fa parte della sua offerta operativa: si tratta della messa a sistema di competenze e laboratori diffusi sul territorio regionale, con sede presso i partner di Rome Technopole che, mettendoli a fattore comune, si pongono come obiettivo, da un lato lo scale-up tecnologico di prodotti della ricerca a più basso TRL per rispondere a precise esigenze che provengono dal modo delle imprese (Joint Labs), dall’altro la creazione di un ambiente stabile di lavoro collaborativo, che coinvolga diversi attori dell’ecosistema (ricercatori, studenti, tecnologi, tecnici ad elevata specializzazione) per rispondere alle sfide di innovazione che provengono dagli stakeholder di Rome Technopole (Open Labs), beneficiando anche della disponibilità delle infrastrutture degli altri partner, nell’ottica di realizzazione di un unico mega-laboratorio diffuso, multifunzionale e multidisciplinare, che oltre ad evitare inutili duplicazioni consenta di massimizzare ed ottimizzare l’utilizzo delle attrezzature scientifiche, minimizzando gli eventuali tempi di inutilizzo e garantendo la sostenibilità di una piattaforma high-tech che sia sempre aggiornata e all’avanguardia, a livello nazionale ed internazionale. Rome Technopole sta mettendo a punto il portale di accesso a questa infrastruttura di ricerca consentendo così di poter usufruire di una sterminata quantità e varietà di apparecchiature attraverso un singolo front-end”.
La realtà di Technopole è al centro della nuova serie prodotta da Rai Cultura, intitolata “Verso il Futuro: Rome Technopole”. Su cosa punta?
“La serie si propone di promuovere e far conoscere ad un pubblico più ampio e non specialistico quelle che sono le attività di Rome Technopole. Crediamo che il coinvolgimento della società e una maggiore consapevolezza di quanto si sta facendo per il benessere comune siano fattori fondamentali. Se cinquant’anni fa la fiducia nella ricerca era un credo assoluto e mai messo in discussione, oggi è diverso e il Covid ce lo ha dimostrato. I tempi sono cambiati e l’opinione pubblica è più esigente, il che è un bene, e necessita di evidenze sull’utilità della ricerca. Al contempo, è importante cercare di conquistare quei giovani che ancora non sanno bene cosa fare in futuro: vogliamo dimostrare che la ricerca fa parte di un futuro individuale possibile e alla portata di tutti secondo le rispettive inclinazioni, un singolo talento sprecato è un danno per tutti”.
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